A poco più di 400 euro Xiaomi porta sul mercato uno smartphone che ha praticamente tutto quello che si può desiderare oggi da un top di gamma. Il Mi 9T Pro, versione italiana del Redmi K20 Pro, è abbastanza difficile da definire: ha il processore Qualcomm top di gamma, Snapdragon 855, ha uno schermo OLED con lettore di impronte sotto lo schermo, ha la ricarica veloce, è full screen senza notch, la camera frontale è infatti a scomparsa, ha una batteria capiente da 4.000 mAh, tre fotocamere sul retro e il jack audio.
Certo, mancano l’impermeabilità, proteggere la camera popup meccanica è molto difficile e manca anche la ricarica wireless, ma tutto sommato ci troviamo davanti a un prodotto che può giocarsela con smartphone della concorrenza che costano anche il doppio se si guarda alla pura scheda tecnica. Un grosso difetto però questo Xiaomi ce l’ha, e lo diciamo subito: è l’ennesimo smartphone che non porta nulla di nuovo sul mercato, un altro modello lanciato con differenze minime rispetto agli altri per far rumore.
Con un prezzo aggressivo, ma con nessuna novità tangibile. Xiaomi si è limitata a prendere per l’ennesima volta i mattoncini "stile lego" e ha costruito un altro smartphone, senza aggiungere quel mattonino che poteva differenziarlo da tutto quello che oggi c’è in commercio. Perché se si snocciola la scheda tecnica le differenze tra questo Mi 9T Pro e la versione non Pro del Mi 9T risiedono nel processore, questa volta viene usato il modello più potente del listino Qualcomm, e nella fotocamera, modello diverso con autofocus laser ma stessi dati di targa, quei 48 megapixel che Xiaomi sta spingendo da mesi anche in pubblicità.
Dal Mi 9T le differenze sono minime
Texture del pannello posteriore a parte, in questo caso abbiamo davanti un bel grafite, questo modello e la versione non Pro, che costa ora quasi 100 euro in meno, sono sostanzialmente identici. Per questo motivo vi invitiamo a leggere anche la nostra recensione del Mi 9T, perché la base è esattamente la stessa. Cambia il processore, con l’855 al posto dello Snapdragon 730: sulla carta il primo è molto più veloce ma all’atto pratico se diamo gli smartphone in mano alla stessa persona alla cieca difficilmente riuscirà a cogliere un enorme divario prestazionale, probabilmente per indovinare quale dei due è basato sull’855 tirerà un po’ a caso.
Perché su smartphone, fatta eccezione per qualche gioco come PUBG Mobile o Fortnite, difficilmente si andrà ad utilizzare tutta la potenza del processore e un 730 riesce a finire sostanzialmente tutto quello che serve per il 99% del tempo. Neppure la parte “rete” migliorata nell’855 si riesce a percepire più di tanto: le differenze in termini di velocità di download e upload per LTE e Wi-Fi sono mitigate dalla qualità incostante delle reti, e ricordiamo che nonostante l’855 sia Wi-Fi 6 ad oggi solo Samsung sui suoi smartphone per un motivo che ignoriamo ha implementato l’ultima versione di Wi-Fi.
Differenze minime anche in termini di autonomia tra la versione non Pro e questa nuova “Pro”: ci arriva a sera con il 20/30% circa con un utilizzo moderato, quello che ci si aspetta da una batteria di questo tipo. Da rivedere invece il software, che ha ancora qualche bug di troppo e ogni tanto qualche microscatto si avverte. Scatti che non sono certo dovuti al processore lento, ma semplicemente a processi che girano sulla coda principale e che rallentano per un istante l’interfaccia utente. Oppure tema scuro, dove alcune scritte spariscono perché non vengono invertite in bianco.
Nonostante sia simile come hardware al Mi 9T, sulla versione Pro ci sono bug che sul modello già presente sul mercato sono assenti, o ci sono aspetti dove le prestazioni non sono quelle che ci aspettiamo. Il sensore biometrico di sblocco sotto lo schermo, ad esempio, non è così efficace: si deve stare attenti a registrare l’impronta inclinata nel modo in cui si sblocca perché se si registra il pollice “dritto” e poi si sblocca con il pollice leggermente inclinato bisogna provare un paio di volte. E attendere una frazione di secondo. Bug piccoli o grossi sono presenti un po’ ovunque, anche nel segmento fotocamera.
Fotocamera buona di giorno, con qualche bug grossolano
Sensore sempre da 48 megapixel, ma cambia il modello: il modello normale ha l’IMX582, il Pro l’IMX586. Anche se Sony non ha rilasciato le specifiche dei due modelli considerando che gli smartphone sono uguali come dimensioni e struttura e soprattutto che le lenti usate sono simili siamo davanti a due sensori identici come diagonale e come dimensione dei pixel, quindi la qualità fotografica è identica tra i due.
La differenza dovrebbe essere legata alla velocità di lettura, con il modello montato sul “Pro” che permette di gestire 4K a 60 fps; l’altro si ferma a 30 fps. Per farlo serve un miglior raffreddamento del sensore e anche un read-out dai fotorecettori più veloce, questa la differenza di sigla. Per il resto dal punto di vista fotografico si comporta esattamente come come il Mi 9T, decisamente buono quando c’è molta luce, un po’ in sofferenza in condizioni di scarsa luminosità nonostante la modalità notte. L’assenza di uno stabilizzatore in questo caso si fa sentire, perché si perdono quegli stop di guadagno che uno stabilizzatore potrebbe garantire.
Ecco alcune foto che abbiamo scattato con il Mi 9T Pro.
Abbiamo parlato di bug. Lo smartphone ha un bug davvero grossolano nel reparto fotocamera: la modalità ritratto della camera principale sfoca il soggetto e non lo sfondo. Abbiamo provato più volte pensando che fosse un errore casuale, invece con l’ultima versione di software e usando la camera posteriore è impossibile gestire i ritratti: la maschera di blur viene invertita, questo nonostante il sistema di messa a fuoco con Face Detection riveli correttamente il volto.
Probabilmente la “colpa” è nel sistema di gestione del nuovo laser AF, che ha costretto chi ha fatto il software a mettere mano a questa parte di codice causando quel bug che ad oggi rende inutilizzabile la modalità ritratto.
Nessun problema invece per la modalità ritratto utilizzando la camera frontale.
Nonostante la risoluzione, la qualità della fotocamera frontale con poca luce è tutt’altro che buona.
Completo, veloce ma con qualche bug di troppo
Il mercato degli smartphone è in flessione: i prodotti migliori di oggi durano di più, e senza novità tangibili non si compra niente di nuovo. E forse è anche un bene, perché spinge le aziende a sviluppar e costruire servizi sopra quello che oggi è il dispositivo presente nelle tasche di tutti. Questo Xiaomi Mi 9T ha tutto quello che serve, a partire da un prezzo bassissimo per quello che offre: ha batteria, uno schermo OLED di buona qualità, una ricezione più che accettabile, una interfaccia aggiornata e una terna di fotocamere che funziona bene, con una nutrita serie di opzioni creative e di scatto.
Cosa volere di più? Se vogliamo essere pignoli ogni singolo dettaglio forse potrebbe essere curato meglio: lo schermo OLED non ha la qualità di quello usato da Samsung o Apple, la batteria non dura come sui Huawei, la qualità del jack audio non è paragonabile a quella degli smartphone LG, la resa fotografica non è ancora a livello dei migliori, ma sono tutte cose che pochi percepiscono. Forse l’unica cosa da pretendere davvero è qualche bug in meno. Se guardiamo al prezzo però, bug a parte che van risolti, non possiamo pretendere di più anche se forse, sempre restando sul prezzo, meglio risparmiare ancora e prendere la versione non Pro.
https://www.dday.it/redazione/32026/recensione-xiaomi-mi-9t-pro-bug
2019-08-23 13:46:00Z
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