Pensare ad uno smart speaker prodotto ad Amazon come ad un diffusore audiophile può suonare per chi da anni coltiva la passione per la vera musica un azzardo. Eppure Amazon ci ha provato davvero, perché Echo Studio è stato pensato e progettato per poter offrire la stessa resa di un sistema audio dal costo 5 volte superiore e senza cavi per la stanza. Echo Studio non è il primo con questa ambizione, sul mercato ci sono già Sonos, Google e Apple con HomePod, ma l’attesa ha permesso ad Amazon di integrare soluzioni recentissime come il nuovo formato audio Sony 360 Reality Audio, standard per la diffusione 3D della musica a 360° sfruttando un solo diffusore. Echo Studio è già disponibile a 199 euro.
Non solo: Amazon Echo Studio è compatibile anche con il Dolby Atmos audio, formato nato per il cinema che sta trovando una sua declinazione anche in ambito musicale. Alcune etichette discografiche stanno infatti lanciando album rimasterizzati in Dolby Atmos Music, e grazie ad Amazon Music Unlimited è possibile ascoltare queste tracce sfruttando la codifica audio a oggetti.
Esteticamente Echo Studio si presenta come gli altri speaker della gamma Amazon, finitura grigia e una forma a cilindro arrotondata al lati. Nella parte alta troviamo i controlli fisici attorno all’anello LED “blu” che segnala quando Alexa è in ascolto. E’ un Echo e quindi è uno smart speaker, con Alexa che risponde a ogni cosa. Tuttavia chi compra Echo Studio lo fa solo per un motivo, la qualità audio, perché la parte “smart speaker” è esattamente identica a quella che offre anche un economico Echo Dot. Studio risponde alle esigenze di chi vuole un sistema per ascoltare nel migliore dei modi la musica in streaming, tramite wi-fi o tramite bluetooth.
5 altoparlanti e 330 Watt di potenza
In gioco ci sono circa 300 Watt di potenza: Echo Studio riempie una stanza di dimensioni medio grandi con una buonissima pressione sonora. Il suo peso notevole - non è affatto leggero - oltre ad essere sinonimo di ottima qualità costruttiva aiuta anche a contenere le vibrazioni: anche al massimo del volume, con il woofer che spinge verso il basso, resta decisamente stabile. All’interno di Studio ci sono ben 5 trasduttori: due midrange da 5 cm sono posizionati ai due lati, opposti uno all’altro, mentre un tweeter a cupola da 25 cm guarda verso il punto di ascolto.
La riproduzione audio 3D viene aiutata da un altro midrange che spara verso l’alto, mentre per i bassi c’è un grosso woofer da 5.25” che lavora in cassa chiusa e che spinge verso un condotto reflex sagomato, con sfogo frontale. Una buona base di partenza, che viene accordata in fase di setup emettendo una serie di suoni: basta posizionare Echo Studio nel punto di ascolto, lasciare l’applicazione Alexa su smartphone e lasciare che il diffusore regoli volume e ritardo per ogni singolo trasduttore, ognuno dei quali è dotato di amplificazione e equalizzazione dedicata. Terminata la fase di “tuning” Echo Studio è pronto a suonare.
Da solo o in coppia, wireless o a filo: Echo Studio è super versatile
Di Echo Studio abbiamo apprezzato soprattutto la versatilità. Integra la connessione wireless, che si appoggia alla rete di casa, e può essere usato da solo o in coppia. Chi vuole spostarsi dall’idea di un diffusore singolo che diffonde la musica a 360° per tornare alla vera stereofonia può abbinare una coppia di Echo usandoli come sistema stereo hi-fi. Una soluzione questa buona per l’audio ma eccellente in ambito video: abbinando due diffusori ad una Fire TV Stick si può ottenere un sistema Dolby Atmos per guardare i contenuti di Netflix o di Amazon Prime Video.
Non è un vero 5.1, è simile alla resa che si ottiene con una soundbar Atmos, ma resta il vantaggio di avere solo due cavi e due diffusori, una installazione tutto sommato semplice.
Abbiamo visto qualche film, partendo dal nuovissimo Jack Ryan Stagione 2, e la resa con i film di Echo Studio è di altissimo livello, migliore di quella offerta da una suondbar di livello. La ricostruzione della scena è ampia e credibile, il Dolby Atmos aumenta la spazialità verticale e lo Studio riesce a supplire alla mancanza di un subwoofer vero con un basso deciso e convinto. Un sistema 5.1 è un’altra cosa, ma se si guarda ai sistemi simulati, quindi quelli dove l’effetto surround è ottenuto con soli due diffusori e qualche algoritmo Echo Studio è uno di quelli che ci ha sorpreso di più. Ha pressione sonora, ottima ricostruzione d’ambienza, buon impatto sulle basse frequenze e una qualità generale decisamente buona. Anche un solo diffusore può far la differenza: la qualità di decisamente migliore di quella dell’audio integrato di molti TV.
Il collegamento al televisore può avvenire anche con altre modalità: lo abbiamo collegato ad esempio ad un Philips da 65” tramite bluetooth senza alcun problema e ad un Samsung usando l’ingresso ottico. Quest’ultima possibilità, sfruttabile con ogni televisore e anche con le sorgenti stereo come possono essere un lettore CD o un DVD, è una buonissima sorpresa: Echo Studio può essere usato anche come diffusore amplificato con ingresso digitale bitstream.
Buona qualità e distorsioni quasi assenti, ma deve piacere
Se guardiamo alla pura riproduzione musicale, Echo Studio deve piacere. Due gli aspetti che una persona con l’orecchio allenato potrebbe far fatica a digerire: la presenza di un singolo diffusore e quindi una scena molto particolare, più diffusa che stereofonica, e un basso importante.
I mix 3D di Amazon, ma anche alcune tracce in Dolby Atmos Music, portano l’ascoltatore al centro del palco scena, con la voce di chi canta perfettamente allineata e il resto che gira tutto attorno, con una notevole separazione. Se ascoltando la stessa traccia su un sistema stereo, e chiudendo gli occhi, sembra di trovarsi davanti al palco, e si distingue esattamente la provenienza di ogni singolo strumento, con Echo Studio l’impressione è quella di trovarci sul palco.
Non è audio stereo, è audio a 360°, e il nuovo standard Sony è stato pensato proprio per offrire una resa di questo tipo. Non vogliamo dire se è meglio o se è peggio della stereofonia, sono due cose totalmente diverse e crediamo che i primi mix in 360° siano anche volutamente esagerati, proprio per far capire quanto può dare in sistema simile in termini di spazialità.
Anche il tipo di ascolto è diverso: quando si ascolta un sistema stereo c’è un punto di ascolto privilegiato, mentre con Echo Studio tutta la zona davanti al diffusore è un buon punto per godere di questa ricostruzione tridimensionale della scena sonora. L’altro aspetto, come abbiamo detto, è il basso: noi lo abbiamo ridotto tramite applicazione, si può intervenire sull’equalizzatore, perché nell’impostazione di base era un po’ troppo presente. Ottimo con i film, un po’ coprente con la musica: da questo punto di vista un diffusore come il Sonos è più bilanciato ed equilibrato.
Echo Studio è un ottimo diffusore: la qualità audio è allineata a quella degli eccellenti Sonos, e se il Sonos è più equilibrato con la musica Echo Studio ha una pressione sonora più elevata e riesce ad essere più incisivo con le colonne sonore dei film, soprattutto se si sfruttano due diffusori abbinati in modalità stereo. È uno speaker nato per la musica a 360°, e proprio per questo supporta il nuovo standard Sony 360: non è stereofonia, è una cosa totalmente diversa e chi è abituato allo stereo potrà trovarlo innaturale.
Chi invece ha sempre ascoltato senza troppe pretese sarà affascinato da una ricostruzione ampia, corposa e senza un preciso punto di provenienza: se si chiudono gli occhi è davvero difficile dire dove è posizionato Echo Studio, la musica è tutta attorno a noi.
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2019-11-18 09:16:30Z
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