Cosa succederà adesso al mio telefono Huawei o Honor? Ha senso comprare un prodotto Huawei o è meglio evitare? Il mio smartphone Honor smetterà di funzionare? Sono solo alcune delle domande che gli utenti dei dispositivi del marchio cinese si stanno ponendo nel corso delle ultime ore, sulla scia del bando ai danni del gigante cinese deciso dall’amministrazione Trump e della conseguente interruzione dei rapporti commerciali con Google.
Gli smartphone Android
Tra i tanti dubbi sugli sviluppi futuri, c’è almeno una certezza: gli smartphone di Huawei già in commercio o già in possesso degli utenti continueranno a funzionare senza alcuna interruzione dei servizi Google. La decisione dell’azienda americana di sospendere la certificazione di nuovi dispositivi e gli aggiornamenti di Android riguarda infatti i dispositivi ancora da certificare e non quelli già sul mercato, su cui invece continueranno a girare anche applicazioni come Gmail, Mappe, Play Store e la suite PlayProtect per la sicurezza del sistema Android.
Il motivo è questo: la sospensione dei rapporti tra Google e Huawei riguarda soltanto le interazioni commerciali dirette. I dispositivi in commercio, però, sono già passati attraverso le certificazioni (Compatibility Test Suite e Vendor Test Suite). Significa che possono accedere agli aggiornamenti forniti da Mountain View senza che le due aziende debbano necessariamente stabilire un contatto diretto.
Gli aggiornamenti di sicurezza
Per lo stesso motivo, sorge invece un problema con gli aggiornamenti di sicurezza, che Google fornisce direttamente ai produttori partner con un mese di anticipo sulla divulgazione dei bug (in modo che l’aggiornamento arrivi prima della rivelazione di eventuali falle). D’ora in avanti, fino a quando la decisione dell’amministrazione Trump rimarrà valida, Huawei avrà accesso agli aggiornamenti di sicurezza solo tramite l’Android Open Source Project, con un netto ritardo rispetto alla concorrenza. Nell’immediato in ogni caso non cambierà nulla: il Dipartimento del Commercio USA ha infatti già emesso una sospensione del provvedimento che permette a Google di fornire a Huawei gli aggiornamenti di sicurezza come di consueto fino al 19 agosto, ma sempre soltanto per i dispositivi già commercializzati.
Beta di Android
Ancora diverso il caso del programma Beta di Android, con cui gli utenti di alcuni smartphone possono testare in anteprima la nuova versione del sistema operativo (Android 10 Q, nello specifico). Il programma prevede, di nuovo, un rapporto diretto tra Google e i produttori partner. Come conseguenza diretta della messa al bando, l’azienda americana nei giorni scorsi ha rimosso Huawei Mate 20 Pro
dalla lista dei dispositivi iscritti al programma beta. Questa è tuttavia un effetto collaterale che riguarda un numero ridottissimo di utenti tecnicamente avanzati (sviluppatori e appassionati) e che non influisce in alcun modo sul grande pubblico di utenti Huawei e Honor.
Conseguenze per i nuovi smartphone
Sulle sorti degli smartphone che Huawei e Honor avevano in programma di lanciare nei prossimi mesi aleggia invece ancora l’incertezza.
Non è ben chiaro infatti a quali e quanti di questi smartphone non ancora annunciati si applichino le restrizioni imposte dall’Amministrazione Trump. Alcuni potrebbero aver già ricevuto le certificazioni Android, mentre altri no.
I dispositivi della serie Honor 20 presentati martedì scorso a Londra , ad esempio, potrebbero essere forse la prima vittima inconsapevole dell’incidente Google-Huawei. Nelle intenzioni di Honor (azienda controllata direttamente da Huawei) i tre dispositivi sarebbero dovuti uscire nel breve, tra giugno e luglio. Per adesso però l’azienda si è riservata di non fornire alcuna data precisa per la commercializzazione.
Secondo un’informazione che viene dai responsabili della divisione francese di Honor , ma che tuttavia non è stata confermata dai vertici dell’azienda, Honor 20 sarebbe già stato certificato da Google, mentre il modello Pro era ancora in lista di attesa nel momento in cui è scattata la messa al bando. A confermare questa ipotesi c’è la scomparsa dell’Honor 20 Pro dallo Store online italiano dell’azienda, segno che forse il dispositivo non potrà essere commercializzato in Europa.
Ha senso comprare uno smartphone Huawei o Honor?
La vera domanda a cui è difficile rispondere, infine, è quella con cui dovranno fare i conti nei prossimi mesi centinaia di commessi dei negozi di elettronica. Ovvero se, alla luce del blocco imposto dagli Stati Uniti, abbia senso o meno investire i propri soldi su uno smartphone del produttore cinese. La decisione dell’Amministrazione Trump deriva, è bene ricordarlo, da una decisione giuridica e politica legata a presunti affari tra Huawei e l’Iran che niente hanno a che fare con i prodotti destinati ai consumatori. I prodotti Huawei e Honor, dispositivi mediamente di buona qualità e dal buon rapporto qualità/prezzo, non sono stati bloccati perché meno sicuri di altri o perché qualitativamente inferiori.
Purtroppo, nell’estrema semplificazione mediatica di una tematica così complessa è facile che la situazione venga letta come un giudizio di inaffidabilità e insicurezza dei dispositivi del colosso cinese. Così non è.
È perfettamente comprensibile però che il consumatore medio tenga conto dello stato di incertezza generato dalla decisione americana. Sui prodotti Huawei e Honor, di fatto, pende una spada di Damocle: che succederà infatti se, nei tre mesi di proroga, l’azienda cinese non dovesse riuscire a convincere il governo americano a rivedere le proprie posizioni? E se anche ci dovesse riuscire, chi potrebbe garantire che una situazione analoga a questa non si potrebbe ripresentare in futuro?
Volenti o nolenti, gli smartphone (e ora anche i pc ) sono già le vittime sacrificali di una partita geopolitica che si gioca a livelli più alti.
https://www.lastampa.it/2019/05/23/tecnologia/huawei-e-honor-cosa-cambia-per-gli-utenti-dopo-la-rottura-con-google-yVFMz8UOYzaTwi8nzZw0QI/pagina.html
2019-05-23 10:35:43Z
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