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Quando arriva Galaxy Fold? Lo abbiamo chiesto a DJ Koh | Intervista - HDblog

"Nelle ultime due settimane abbiamo identificato tutti i problemi e gli aspetti critici e ora siamo nella fase di test su larga scala. Quando questa verifica sarà terminata faremo un annuncio, è questione di poco". DJ Koh, presidente e CEO della divisione IT & Mobile Communications Business di Samsung, rassicura tutti: l’arrivo sul mercato del Samsung Galaxy Fold è ormai imminente. A quanto pare, gli interventi necessari per correggere i problemi che hanno ritardato l’uscita del primo smartphone pieghevole della storia stanno sortendo gli effetti desiderati.

Nessuna data precisa per il momento, ma l’arrivederci a IFA con cui il numero uno del colosso coreano si è congedato da HDblog e da tutta la stampa europea accorsa a Seoul per avere aggiornamenti sulle attività della casa sembra essere un invito a mettere un circoletto rosso sul calendario per i primi di settembre.

I MOTIVI DEL RITARDO

Qualsiasi sia la data ufficiale di annuncio del prodotto, una cosa è certa: Samsung vuole prendersi tutto il tempo necessario per portare sul mercato un prodotto affidabile. "La forte competizione di questo mercato ci ha spinto ad annunciare il Galaxy Fold un po’ troppo presto", ammette DJ Koh. "Per questo motivo non abbiamo preparato alla perfezione alcuni componenti presenti all’interno del telefono".

Criticità a quanto pare emerse già prima della consegna dei dispositivi alla stampa e a un numero ristretto di previewers. "Volevamo testare il Galaxy Fold sul mercato ed è per questa ragione che abbiamo dato dei dispositivi in prova: volevamo capire in che modo il prodotto sarebbe stato utilizzato dagli utenti una volta messo in vendita. Da questa iniziativa sono uscite alcune indicazioni, alcune anche curiose come quelle riferite a coloro che avevamo rimosso alcuni componenti del telefono. Ma abbiamo anche capito che c’erano delle cose da sistemare. E anche se questa situazione ci ha fatto perdere del tempo pensiamo di aver fatto la cosa giusta".

UNA BELLA LEZIONE PER IL FUTURO, MA NESSUN CASO

Nessun “caso” foldable, comunque. DJ Koh prende le distanze da tutti coloro che hanno parlato di un mezzo fallimento e soprattutto da chi ha voluto accostare questo ritardo a quanto successo nel 2016 con il ritiro del Galaxy Note 7. "Abbiamo ascoltato con umiltà le indicazioni forniteci dagli utenti che hanno avuto i dispositivi in anteprima e fortunatamente abbiamo trovato il problema. Una bella lezione per noi ma che non ha nulla a che vedere con il caso Galaxy Note 7. In quell’occasione la questione riguardava direttamente la sicurezza dei nostri utenti dal mercato a seguito di un grave problema di batteria. Nel caso del foldable parliamo invece di usabilità e qualità del prodotto".

È innegabile, però, che il ricordo di quanto successo tre anni fa abbia portato la casa a non sottovalutare nessun dettaglio della fase di pre-lancio. "Il caso del Note 7 mi ha fatto arrabbiare parecchio", ci spiega DJ Koh, "all’inizio non riuscivo a capire come fosse potuta accadere una cosa del genere. Poi, quando ho visto che le persone del mio team iniziavano a litigare e ad accusarsi a vicenda, ho capito che avrei dovuto trattare la questione con più calma. Per questo ho annunciato che non avrei licenziato nessuno prendendomi tutte le responsabilità di quanto accaduto. Ma soprattutto ho fissato due principi. Il primo è quello della trasparenza: non si può essere una grande società senza discutere apertamente dei problemi dentro e fuori l’azienda, anche con la stampa. Il secondo è quello della responsabilità. Bisogna parlare chiaramente con tutti , dai partner, come gli operatori telefonici, agli utenti finali".

NESSUN PRODOTTO È PERFETTO

Da quell’esperienza, fa capire il responsabile, Samsung ne è uscita fortificata. Ma soprattutto con la convinzione di aver trasformato l’immane perdita economica che ne è scaturita - circa 6 miliardi di dollari, compresi i mancati guadagni - in un investimento sul futuro. "A seguito di quel caso abbiamo introdotto un nuovo sistema di analisi della batteria con 8 checkpoint e abbiamo cambiato tutto il processo di acquisto delle forniture e il sistema di analisi dei componenti prima di andare di nuovo in produzione".

Miglioramenti che non devono comunque portare a un’esaltazione opposta. "Nessun prodotto è perfetto al 100%, ci tiene a sottolineare DJ Koh, anche uno smartphone comune si può rompere se cade nel modo accidentale. Così anche i foldable hanno delle implicazioni in certi casi dovute a un utilizzo sbagliato; stiamo conducendo una grande quantità di test proprio per valutare gli impatti di queste modalità. Il nostro obiettivo è quello di rendere questi dispositivi quanto più sicuri possibili per soddisfare a pieno le aspettative dei nostri consumatori".

Ma quanto tempo ci vorrà perché le tecnologie "foldable" possano essere considerate davvero mature e affidabili? "Abbiamo realizzato il primo schermo flessibile 9 anni fa, spiega DJ Koh, ma abbiamo avuto bisogno di tempo per mettere a punto i meccanismi e i sistemi di protezione. Volevamo renderli sicuri, evitare che un uso improprio generasse problemi, soprattutto nel momento della piega. Fra sei mesi o un anno probabilmente saremo più bravi nel gestire meglio alcuni aspetti. Oggi i nostri smartphone sono impermeabili e resistenti alla polvere e dispongono di un numero davvero elevato di protezioni per l’uso giornaliero, con i foldable forse riusciremo a raggiungere le stesse caratteristiche entro un anno".

DALLA GEN Z AI PROFESSIONISTI: IL FUTURO È AD PERSONAM

Quello del dispositivi pieghevoli, va detto, non è l’unico filone tecnologico su cui è impegnata la divisione mobile di Samsung. A Seoul fervono i preparativi per il lancio del nuovo Galaxy Note 10 - che verrà svelato ufficialmente il prossimo 7 agosto a New York - ma soprattutto si seguono con attenzione le evoluzioni di due prodotti capostipite di una nuova progenie di dispositivi mobilii. Il Galaxy A80 e il Galaxy S10 5G.

Il primo è la risposta strategica di Samsung alle richieste dei giovani e dei giovanissimi e, più in generale, di tutti coloro che più in generale vorrebbero prodotti evoluti ma a un prezzo più abbordabile. "Oltre ai flagship, i prodotti dove possiamo mostrare la nostra leadership tecnologica, ora abbiamo una nuova serie di smartphone nati per rispondere meglio alle necessità della generazione Z e dei giovani millenials".

Non sono prodotti che nascono da un mero downgrade dei prodotti di punta, ci tiene a precisare il numero uno di Samsung: "All’interno degli smartphone della nuova serie A ci sono funzioni distintive e inedite, come la fotocamera rotante, a un prezzo accessibile. È una sfida molto impegnativa perché il costo dei componenti - dal processore allo schermo, dalle memorie ai componenti radio - cresce sempre di più. Sono elementi sono essenziali per offrire una esperienza gratificante al consumatore ma la crescita esponenziale dei prezzi non sta funzionando".

MA LA VERA RIVOLUZIONE È IL 5G

Un discorso a sé lo merita il 5G. L’uscita del Galaxy S10 5G, primo prodotto Samsung a vantare il supporto nativo per le reti di quinta generazione, è solo la punta dell’iceberg di un fenomeno che secondo il responsabile della società coreana stravolgerà la vita delle persone.

"È la tecnologia che abilita il il passaggio all’IoT, quello vero. Le persone che si muoveranno a casa, al lavoro, nelle fabbriche, negli edifici e in qualsiasi ambiente potranno fare affidamento su collegamento costante senza soluzione di continuità. Ciò non era possibile nell’era dell’LTE. Con una latenza di 10 ms non si può garantire l’efficacia e soprattutto la sicurezza di certe applicazioni. Con l’arrivo del 5G cambia tutto. Dagli smartphone e dalle applicazioni dell’era dell’LTE passeremo a un ecosistema fatto di dispositivi smart. Ci sarà una enorme differenza nello streaming di contenuti in 5G rispetto a quello che accade con il 4G. Così nelle nostre fabbriche quando ci sarà da gestire compiti impegnativi o pericolosi, invece di inviare un addetto alle prime armi potremo usare utenti altamente specializzati e formati che indosseranno visori VR/AR lavorando online in tempo reale. Anche chi lavorerà in un’azienda agricola potrà utilizzare la Iot per sapere dove sono le suoi capi di bestiame, conoscendo immediatamente il loro stanno di salute, quando è il momento di dargli da mangiare e qualsiasi altra cosa. Solo il 5G è in grado di rendere possibile questo genere di scenari. Più che essere comandati intenzionalmente i dispositivi avranno bisogno di comprendere il nostro comportamento e le nostre intenzioni grazie al machine learning e alle funzioni di identificazione. Il 2019 è stato un anno di svolta. Ma l’impatto che avremo nei prossimi 3-4 anni a livello di trasformazione dell’esperienza sarà ben più alto di quello che abbiamo avuto negli ultimi 10 anni."

Difficile dire ora quali saranno – al di là degli smartphone – i prodotti Samsung di nuova generazione che riusciranno a sposare al meglio questa filosofia. "Potrebbero essere i dispositivi wearable, forse potremmo addirittura integrare gli schermi nei vestiti, ma gli smartphone entreranno anche nelle automobili come dispositivi integrati che non potranno essere rimossi. In futuro, in ogni caso, parleremo sempre di più di dispositivi smart".

Quanto ai servizi ci saranno evoluzioni ma senza esagerazioni. "Nei ultimi dieci anni abbiamo investito parecchio non solo nell’hardware ma anche nel software, in modo particolare per quanto riguarda la sicurezza. Nell’ambito delle applicazioni abbiamo sviluppato Samsung Pay, Samsung Pass, effettuando molti investimenti orizzontali. Ma se guardiamo ad alcuni settori verticali ,come ad esempio il mondo dei video, della musica o dell’ecommerce, non credo che ci sia bisogno di avviare nuovi business con player come Netflix, Spotify e Amazon. Perché sviluppare tutto in casa se c’è qualcuno che è molto meglio di te in certe applicazioni? Con queste aziende dobbiamo lavorare insieme per ottenere una collaborazione vincente per entrambi. Il nostro è un ecosistema aperto, non mi piacciono i giardini recintati. È per questo che per fare un telefono flagship oggi occorre collaborare con 2-300 partners solo per la parte hardware e più di un centinaio per la parte software, Google e Microsoft compresi. Ci vuole rispetto reciproco, collaborazione, condivisione delle innovazioni".

Certo, il recente caso Huawei ban, dimostra che gli equilibri fra le aziende possono cambiare o comunque essere alterati da eventi esterni, finanche dalla politica. Su questo punto, però, DJ Koh preferisce smorzare i toni senza pensare alle possibili opportunità che potrebbero derivare dai cambiamenti in atto nello scacchiere tecnologico internazionale. "Non so perché queste cose succedano o cosa accadrà alla luce di certe guerre commerciali. Piuttosto che prestare attenzione a questi casi preferisco pensare ai miei obiettivi, ci sono tante cose ai cui devo pensare, al telefono pieghevole e a quello che verrà, al Note 10 e al prossimo Galaxy S11, sono un uomo impegnato. La politica è un’altra cosa. Quando la guerra commerciale sarà risolta la situazione cambierà di nuovo. È per questo che seguiamo la nostra strada, accelerando la nostra roadmap ma senza approfittare di queste situazioni".

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https://www.hdblog.it/2019/07/01/quando-arriva-samsung-galaxy-fold/

2019-07-01 12:17:09Z
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