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Il 2020 sarà l'anno della rivoluzione per Apple - La Stampa

I prossimi dodici mesi potrebbero essere tra i più interessanti di sempre nella storia di Apple. Secondo una ampia collezione di indiscrezioni, analisi, ragionamenti logici e semplici divinazioni, infatti, nel corso del 2020 succederà un po' di tutto. Lo scopriremo col tempo, ovviamente, ma arrivati alla fine dell'anno vale la pena rimettere in fila le indiscrezioni e le ipotesi più credibili.

Quattro iPhone in un anno
Cominciamo dai telefoni, perché se ne parla moltissimo e perché da soli fanno la metà del fatturato di Cupertino: sono molto importanti dunque non solo per il futuro dell'azienda ma anche per il rapporto che la maggior parte dei suoi utenti ha sviluppato con Apple. Ne arriveranno ben sei, sostengono le indiscrezioni dei soliti bene informati, tra i quali l'analista Ming-Chi Kuo, secondo il quale gli iPhone 5G arriveranno nel 2020. Previsione relativamente facile, ma diventa più interessante andando nel dettaglio. Intanto perché si anticipa - ma stiamo parlando di indiscrezioni che potrebbero non avverarsi - che a gennaio-febbraio possa arrivare un iPhone SE 2, cioè la versione low cost dello smartphone di Apple, basato su radio LTE e sulla scocca dell'iPhone 6 ma con il processore degli attuali iPhone 11 e 11 Pro.

Invece, gli smartphone di Apple che arriveranno (come al solito) a settembre, saranno quelli capaci di funzionare sulla seconda versione del 5G, cioè i più moderni e stabili. È il frutto della strategia di Apple, che sta cercando di integrare verticalmente tutte le tecnologie dei suoi prodotti (come la recente acquisizione della divisione modem per smartphone di Intel), ma anche di utilizzare quelle mature. Secondo l'azienda il 5G non è ancora stabile e rilevante, e quindi ha rinviato – a differenza della concorrenza coreana e cinese – i suoi smartphone 5G.

Come saranno i nuovi iPhone 5G? Avranno probabilmente una scocca che ricorda quella degli iPhone 4 e degli attuali iPad Pro 11 e 12,9. Tre formati degli schermi: 5,4 e 6,7 pollici per le due versioni "Pro" e Pro Maxi. Invece, la versione "normale" avrà schermo da 6,1 pollici. La sorpresa è che tutti e tre avranno lo schermo Oled anziché l'attuale LCD usato dal modello XR/11.

Il futuro del Mac è con Arm
Altre novità che attendono il mondo Mac, cioè i computer di Apple nati nel 1984 (ma l'Apple I risale al 1976) è il cambio di processore. Apple coltiva da anni una sua serie di processori progettati internamente su design Arm (la società britannica acquistata dalla giapponese SoftBank che offre l'alternativa tecnologica per tutti i telefoni cellulari e tablet). Questi processori sbarcheranno su Mac nel corso del 2020, sostituendo gli attuali processori Intel (il cui uso risale al 2005) che non stanno mantenendo il passo con la velocità dell'innovazione formalizzata dalla stessa Intel come Legge di Moore e che sta finendo.

I processori Arm, a cui si aggiungerà anche la connessione 5G per i Mac, saranno una specie di rivoluzione tecnologica. Da tempo Apple avrebbe potuto effettuare la transizione perché i processori Axx usati su iPhone e iPad sono in alcuni casi più potenti dei processori di Intel di fascia media: secondo Apple l'iPad Pro del 2018 ha un processore più potente del 92% dei personal computer Windows venduti l'anno precedente. Il problema non è tanto l'integrazione o il consumo, quanto le effettive prestazioni in ambiente personal computer (che ha una architettura di funzionamento del software differente dai telefoni e dai tablet) e la compatibilità del software sviluppato per la piattaforma Intel. Il passaggio ad Arm nel campo della concorrente Microsoft è già cominciato con Windows 10, che è disponibile anche in versione studiata per i processori Qualcomm compatibili con Arm.

È già da alcuni anni che si parla di Mac basati su Arm: nel 2018 sembrava sicuro che sarebbero arrivati e così pure negli anni successivi. Se Apple effettivamente è intenzionata a fare questa transizione, il passaggio richiederà tempo e la collaborazione dell'ecosistema degli sviluppatori. Alcuni nodi tecnologici di fondo sono già stati impostati e risolti (ad esempio con la tecnologia Catalyst), rimane da capire da quale lato l'azienda vorrà affrontare il passaggio: partendo da un computer portatile ultraleggero, relativamente meno potente ma con più autonomia (una sorta di iPad Pro come posizionamento) oppure da un computer di fascia alta con un grappolo di processori per avere prestazioni di alto profilo?

Il futuro di macOS

Con un probabile oltre che possibile passaggio al processore Arm prodotto da Apple stessa, cambia molto anche per il sistema operativo di Apple, macOS, almeno sotto il cofano. Ma l'interfaccia dovrebbe rimanere uguale così come lo schermo dei computer (che con tutta probabilità non diventerà touch). Il sistema operativo dei Mac rimarrà cioè tale, e non si trasformerà in quello dell'iPad. Però cambierà il modello di sviluppo, che nei mesi scorsi ha presentato molti problemi di bug e stabilità con la versione Catalina (macOS 10.15). È possibile inoltre che l'arrivo di un differente processore possa essere l'occasione anche per superare il numero 10, X in cifre romane, che accompagna le versioni del più vecchio sistema operativo di Cupertino dal 16 marzo 1999 nella prima versione beta.

Una nuova tastiera per tutti i portatili
Lo scorso novembre Apple ha presentato il nuovo MacBook Pro 16 pollici, un computer che ha sostanzialmente la scocca del "vecchio" MacBook Pro 15, con mezzo pollice in più di diagonale dello schermo, batteria potenziata, migliore termica (che consente al processore di girare a velocità maggiore), impianto audio potentissimo e una nuova tastiera con meccanismo di attuazione a forbice e non più a farfalla. Un computer eccezionale sotto molti aspetti, incluso quello della tastiera. È prevedibile che, nel corso del 2020 e poi del 2021 Apple a fine ciclo di vita dell'attuale design dei modelli MacBook Pro 13 e MacBook Air 13 proceda a un aggiornamento anche delle loro tastiere.

Apple aveva introdotto la tastiera ultrapiatta con il MacBook con schermo Retina da 12 pollici nel 2015, erede del MacBook Air 11 pollici. Numerose critiche per l'eccessiva "piattezza" e mancanza di risposta della nuova tastiera, che presentava anche problemi di infiltrazioni di sporco e rotture del meccanismo di attuazione, al punto da convincere Apple ad avviare un programma di sostituzione, ovviamente dello stesso tipo dato che non è possibile inserire una tastiera di vecchio tipo nella scocca di un nuovo computer. Nel 2016 è arrivata la versione due della tastiera con i MacBook Pro 13 e 15 pollici, dotati anche di TouchBar (la striscia LED al posto dei tasti funzione ed "Esc", oltre che di accensione, sostituito da un lettore delle impronte digitali) e poi una terza ancora migliorata l'anno successivo per i MacBook Pro e nel 2018 per il nuovo MacBook Air, che ha la novità di avere la riga dei tasti funzione ed Esc di vecchio tipo più un sensore per le impronte digitali T2 che garantisce migliore sicurezza e prestazioni hardware nella crittografia, uso del drive SSD e decodifica video.

I problemi però non sono mai stati superati e il bisogno di sviluppare una tastiera che risolvesse i problemi della famigerata tastiera a farfalla ha portato - a fine ciclo di vita - al rilancio di una nuova versione della tastiera con il MacBook Pro 16.

È quindi probabile che l'anno prossimo arrivi un MacBook Pro 13 con la nuova tastiera e magari mezzo pollice in più di schermo, trasformandolo in un MacBook Pro 14. Per il MacBook Air, che è ancora alla prima generazione a 18 mesi dal lancio, occorreranno a logica ancora un paio di anni prima di vedere la transizione al nuovo design con una nuova tastiera.

One more thing: il rilancio dell'iMac
Negli ultimi due anni si è visto il lancio di nuovi prodotti Mac soprattutto per quanto riguarda la famiglia dei Mac mini, il MacBook Pro e Air, e infine il Mac Pro, appena uscito dopo due anni dall'annuncio. E adesso?

Con tutta probabilità è arrivato il momento di un rilancio dell'iMac, il computer della rivoluzione di Apple. Fu proprio l'iMac nel 1998 a consentire a Steve Jobs, appena tornato alla guida di Apple, a invertire la direzione e riportare Apple in positivo e nuovamente protagonista della scena informatica. Si sono succedute varie generazioni di iMac, da quello basato su monitor a tubo catodico a quelli con schermo LCD che hanno fatto, nella versione chiamata "abat-jour", paralume, anche da copertina del settimanale Usa Time, fino alle generazioni con supporto a staffa ad L prima in policarbonato bianco e adesso in alluminio con bordi squadrati e poi filanti.

L'attuale generazione di iMac come design è nata nel 2007 ed è stata aggiornata anche quest'anno, con processori sempre più potenti, due dimensioni di schermo (21,5 e 27 pollici) e due mercati diversi con la versione normale e quella Pro molto potente ma inizia e si ferma al 2017. È quasi sicuro che venga aggiornata la versione Pro ma soprattutto è molto probabile che ci sia un aggiornamento del design del computer, oltre che della generazione dei processori. Un aggiornamento sul quale circolano da tempo delle voci e delle indiscrezioni ma che molti ritengono essere più che probabile.

@antoniodini

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2019-12-29 05:00:21Z
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