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Il Polo Nord magnetico si sposta sempre più velocemente. Dagli aerei alle aurore: cosa cambia - Corriere della Sera

Cosa sta succedendo al campo magnetico della Terra? Da circa 200 anni, dal tempo delle prime esplorazioni polari artiche, gli scienziati hanno verificato una diminuzione dell’intensità del campo magnetico del nostro pianeta e anche un rapido spostamento del Polo Nord magnetico, che non coincide con il Polo Nord geografico. Il primo rappresenta il punto della superficie terrestre dove le linee di flusso del campo magnetico — che ci protegge dalle pericolose particelle cosmiche — sono perpendicolari al suolo. Il secondo invece è il punto di contatto dell’asse intorno al quale gira la Terra. Per semplificare il campo magnetico, gli scienziati hanno poi costruito un modello con una ipotetica «sbarra di ferro magnetica» che attraversa il centro della Terra, ma in questo caso il punto di emersione sulla superficie non coincide con gli altri due poli. Questo terzo punto è stato chiamato Polo geomagnetico, che si sposta a sua volta ma molto di meno di quello magnetico.

La mappa
La mappa
Gli interrogativi

Analizzando le rocce vulcaniche che contengono minerali di ferro, dagli anni Sessanta si è capito che la polarità del campo magnetico si è invertita centinaia di volte nel corso delle ere geologiche. In pratica il polo positivo diventa negativo e dopo un certo periodo di tempo torna positivo. Tra 200 e 120 milioni di anni fa le inversioni — probabilmente dovute a variazioni delle correnti nel mantello terrestre legate al flusso di calore — si sono verificate circa ogni 10 milioni di anni, ma tra 120 e 80 milioni di anni non avvennero. Negli ultimi 20 milioni di anni si è verificata un’inversione magnetica ogni 200-300 mila anni. L’ultima però si è verificata 770 mila anni fa: siamo quindi vicini a una nuova inversione? E se dovesse avvenire, quali conseguenze potrebbe avere sulla nostra vita? Il fatto che ne sono avvenute molte nel passato, fa pensare che le conseguenze sulle specie viventi non sono gravi.

Un processo lento

Anche perché l’inversione non avviene da un giorno all’altro, ma è un processo lento che può durare anche migliaia di anni. Sebbene l’intensità del campo magnetico è diminuita negli ultimi 200 anni a un tasso che a breve lo ridurrebbe a zero, lasciando temporaneamente il pianeta esposto alle particelle cariche solari, il professor Huapei Wang del Massachusetts Institute of Technology nel novembre 2015 ha pubblicato su Pnas un’analisi secondo la quale non ci sarà un’inversione magnetica nel prossimo futuro in quanto l’attuale intensità del campo magnetico è circa il doppio della media degli ultimi 5 milioni di anni e ci vorrebbero almeno mille anni solo per scendere sotto la media. Allo stesso risultato è arrivato anche Maxwell Brown dell’Università dell’Islanda, che nell’aprile 2018 sempre su Pnas ha escluso un’inversione a breve. Lo scorso agosto Brad Singer dell’Università di Wisconsin Madison ha pubblicato su Science Advances gli studi sull’ultima inversione magnetica di 770 mila anni fa: impiegò 22 mila anni per completarsi. Quella vera e propria durò 4 mila anni, preceduta da un periodo di instabilità e due parziali e temporanee inversioni durate 18 mila anni. Dal 1840 la forza del campo magnetico è cambiata con relativa lentezza: il più grande cambiamento è stato la diminuzione del 10% nell’Atlantico meridionale. Un altro fenomeno è lo spostamento dei poli magnetici. Quello artico si è spostato verso nord di oltre 2.000 chilometri dal 1831.

La velocità

Ora la velocità di spostamento è aumentata: 50-70 chilometri all’anno contro i 10-12 km/anno di un secolo fa. All’inizio del Novecento il Polo nord magnetico si trovava nelle isole artiche canadesi, adesso si sta dirigendo velocemente verso la Siberia, che potrebbe raggiungere nei prossimi decenni. Anche il Polo sud magnetico si sposta, ma a una velocità inferiore. Nel 2019 il Polo nord magnetico ha attraversato il meridiano di Greenwich e per la seconda volta in un anno è stato aggiornato il World Magnetic Model, che con i dati forniti dai satelliti è alla base dei sistemi di navigazione moderni. Quali possono essere le conseguenze? Sicuramente ci saranno problemi con la navigazione e l’orientamento alle alte latitudini, i sistemi satellitari andranno quindi aggiornati più di frequente. Problemi anche per gli aerei con un continuo aggiornamento dei numeri sulle piste di atterraggio che si riferiscono alla posizione rispetto al nord magnetico. Ci saranno modifiche anche per aurore boreali? Questo non è ancora chiaro anche perché sembrano più influenzate dal Polo geomagnetico che da quello magnetico, forse nel prossimo futuro si vedranno meglio in Siberia che in Scandinavia o in Canada.

16 dicembre 2019 (modifica il 16 dicembre 2019 | 13:49)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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2019-12-16 12:52:37Z
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