Con un linguaggio anche molto duro i giudici del Consiglio di Stato hanno stabilito che le compagnie telefoniche dovranno rimborsare le vittime del passaggio coatto alla fatturazione a 28 giorni, una pratica che è stata ritenuta dai giudici di Palazzo Spada come "sleale" ed "eversiva".
Una storia annosa iniziata tra la fine del 2016 e il 2017 quando i principali operatori telefonici decisero di modificare la periodicità di fatturazione spedendo bollette ai clienti ogni quattro settimane che portavano in dote un aumento secco dell’8,6%: una mensilità in più a carico dei clienti.
La sentenza appena pubblicata dà ragione all’Autorità garante per le comunicazioni sui rimborsi per le bollette a 28 giorni stabilendo che i soldi vengano restituiti automaticamente.
L’Agcom aveva intimato Tim, Fastweb, Wind Tre e Vodafone a restituire il corrispettivo dei giorni erosi in bolletta in automatico, senza chiedere ai consumatori un’azione attiva. Le compagnie telefoniche avevano ribadito la correttezza di scegliere di erogare i rimborsi solo a chi li richiedesse
Ora la sentenza del Consiglio di Stato respinge il ricorso presentato da Vodafone contro la delibera, estendendo però la decisione anche alle attività degli altri operatori, e evidenziano due aspetti eversivi della scelta delle compagnie telefoniche:
1) il richiamo a una cadenza temporale estranea, se non contraria agli usi commerciali inveterati ab immemorabili; 2) il tentativo di detti operatori di forzare il sistema dell’autonomia tariffaria eludendo gli obblighi per dissimulare l’aumento tariffario e renderlo poco o nient’affatto intelligibile ai consumatori
"Sleale non solo perché indusse l’utente, grazie all'apparente piccolo scarto tra 28 giorni e mese intero, a sottovalutare tal sottile discrepanza e non cogliere fin da subito il predetto aumento – scrive il Consiglio di Stato – Invero la clausola sulla nuova cadenza di fatturazione sembra impedire o, comunque, rende più difficile all'utente rappresentare a se stesso e con la dovuta immediatezza come, attraverso la contrazione della periodicità di tariffazione, il gestore telefonico percepisce, nel corso di un anno, il corrispettivo per 13, anziché per 12 volte. Né basta: la scelta a 28 giorni limitò drasticamente la possibilità di reperire offerte basate su termini temporali mensili e rese difficoltoso, se non inutile, l’esercizio del diritto di recesso, non essendo più reperibili sul mercato alternative diverse da quella così adottata".
Bolette 28 giorni, come funziona il rimborso
Alle decine di milioni di persone coinvolte nella vicenda della tariffazione a 28 giorni ora spetta uno storno in bolletta di circa 20-30 euro.
Ancora una batosta, dopo la maxi-multa inflitta dall’Antitrust per aver fatto cartello in fase di ritorno alla fatturazione su base mensile.
E se avete cambiato operatore? Come ricorda l'Unione nazionale Consumatori in questo video la soluzione c'è, ricordando tuttavia che i rimborsi riguardano solo la telefonia fissa.
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2020-02-05 14:39:46Z
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