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Apple, accuse di concorrenza sleale sulle app di controllo parentale - HDblog

Apple è al centro di una polemica relativa alle app di controllo parentale di terze parti. Un articolo del New York Times, uscito l'altro ieri, riporta che negli ultimi mesi molte di queste sono state recentemente rimosse dall'App Store, mentre ad altre è stato minacciato lo stesso destino se non verranno modificate profondamente.

Gli sviluppatori colpiti lamentano scarso supporto, comunicazione generica e azioni senza preavviso da parte di Apple, e insinuano il sospetto di concorrenza sleale, visto che con iOS 12 ha debuttato lo scorso settembre il servizio proprietario Tempo di utilizzo. Molti, dice il giornale, hanno dovuto chiudere i battenti, oppure rimuovere le funzionalità più avanzate. La maggior parte ritiene comunque che il futuro del loro software sia molto a rischio.

Nell'ultimo anno, Apple ha rimosso o limitato almeno 11 delle 17 app di controllo parentale e controllo del tempo di utilizzo più scaricate, secondo un'analisi del NYT e di Sensor Tower. Apple è anche intervenuta contro diverse app meno conosciute.

Apple ha una visione della situazione ben diversa: in una lettera pubblica (si può leggere integralmente seguendo il link FONTE) spiega che le app colpite violavano le linee guida dell'App Store sfruttando in modo improprio la tecnologia MDM, ovvero Mobile Device Management. MDM è stato progettato per permettere ai reparti IT di un'azienda di gestire e configurare i propri dispositivi client da remoto in massa e con facilità. MDM fornisce un accesso estremamente ampio alle risorse del sistema e a molte informazioni sensibili, come "posizione dell'utente, uso delle app, account email, fotocamera e cronologia internet".

Insomma, Apple definisce un grosso rischio di sicurezza (e una chiara violazione delle linee guida dell'App Store) permettere a un'azienda privata di controllare il dispositivo di un consumatore attraverso MDM. La società precisa di aver iniziato le indagini su questo uso improprio di MDM a inizio 2017, e di aver adattato il regolamento dell'App Store di conseguenza qualche mese dopo. Apple dice anche che, come da regolamento, dopo aver accertato le violazioni ha contattato gli sviluppatori dando loro 30 giorni per apportare i cambiamenti necessari.

Apple ha sempre supportato app di terze parti sull'App Store che permettano ai genitori di gestire i dispositivi dei loro figli. A differenza di quanto riportato dal New York Times nel corso del weekend, non è una questione di concorrenza. È una questione di sicurezza.

Resta da capire, però, se Tempo di utilizzo può svolgere funzioni che le app di terzi non possono implementare. Se così fosse, si potrebbe verificare un caso analogo a quello portato avanti da Spotify.

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https://apple.hdblog.it/2019/04/29/apple-tempo-utilizzo-app-terzi-concorrenza-sleale/

2019-04-29 11:26:09Z
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